Tafi-Atome Monkey Sanctuary e ripartenza da Hohoe

Tafi Atome Monkey Sanctuary
Andiamo al Tafi-Atome Monkey Sanctuary. Ci mettiamo un po’ a trovare il tro-tro ma poi va tutto liscio. Alla fermata ci accolgono due moto-tassisti: visto che ci chiedono poco, accettiamo. Ci fanno salire, senza casco. La strada è sterrata e abbiamo un po’ paura ma è comunque piacevole stare all’aria aperta.
Arrivati al paesino, andiamo alla ricerca delle scimmie insieme alla guida Emmanuel, che ci spiega anche il funzionamento dell’eco-turismo in quel villaggio.
Dopo aver girato un po’ finalmente Emmanuel le trova e ci chiama. Fa un verso stranissimo per chiamarle!
Abbiamo delle banane: le teniamo strette nel pugno per farci salire le scimmie sul braccio. Sono molto simpatiche!
Torniamo al villaggio e vediamo un tessitore tradizionale di kente. Un gruppo di scimmie nel frattempo è arrivato vicino alla reception. Ovviamente, dopo che siamo andati a cercarle per tutta la foresta!!
Trattiamo coi mototassisti e poi partiamo alla volta di Kpando. E’ un viaggio lungo e bellissimo, che sarebbe impossibile fare in Europa! Facciamo molte foto. Prendiamo un taxi per il porto, il tassista ci frega, ma è poca spesa. Il lago Volta è molto bello, e il panorama ci lascia senza fiato. Non è un luogo turistico, c’è un piccolo mercato, ma tutti sembrano molto poveri.
Ci sono dei pescatori e alcuni cercano di venderci la tilapia fresca. Non spremmo come cucinarla, quindi rifiutiamo. Ci godiamo un po’ la vista e poi ripartiamo. Torniamo in taxi fino a Hohoe. Il tassista dice che sposerebbe Daniela, se non fosse già presa!
Ceniamo con i bimbi e stiamo con loro mezz’oretta. Sembrano molto dispiaciuti per la nostra partenza, e anche noi lo siamo! Ci scappa qualche lacrima quando ci cantano una canzoncina di addio.. ma ormai si parte!
Abbiamo la sensazione di essere veramente consumisti: quando qualcosa non va lo cambiamo, e lo buttiamo. All’orfanotrofio c’è un gattino con le zampe posteriori paralizzate per una rottura: se le trascina dietro come pesi morti. Fa molta pena, ci viene da pensare che in Italia lo avremmo già soppresso. Ma qui c’è posto anche per lui, e magari vivrà una vita felice. Forse per qualcuno anche questi bambini sono uno scarto che non vale la pena di recuperare, ma ora sappiamo che non è così. Ce ne andiamo col magone.
Il nostro autobus per Kumasi partirà alle 2 di notte, ma non capiamo perchè, non è possibile prenotare il posto: bisogna presentarsi presto (alle 19) e fare la fila per comprare il biglietto.
Inizia quindi una nottata delirante, in cui cerchiamo di prenotare l’autobus, salutiamo Jojo, andiamo all’internet cafè a cercare di copiare le foto e non ne veniamo a capo, fino a che Nicholas ci porta le chiavi di una stanza vicinissima al centro dove dormiamo (male) fino all’una e mezza e poi partiamo per il lungo viaggio fino a Kumasi.

 

 

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